Iniziativa – La lotta delle prigioniere palestinesi nelle carceri israeliane

In seguito al 7 ottobre 2023, il numero di prigionieri e prigioniere palestinesi è raddoppiato (da 4000 a 9000, di cui 80-90 sono donne) nelle carceri di Gerusalemme e della Cisgiordania, mentre dex prigionierx a Gaza, detenutx in campi, spesso nel deserto, non si hanno notizie certe. Le condizioni detentive inumane per lx palestinesx esistono da ben prima di quella data, ma da lì in poi la situazione è divenuta estrema: dal sovraffollamento nelle prigioni (12 persone in una cella dove ce ne starebbero 5) e la privazione di colloqui con le famiglie e del diritto all’ora d’aria, fino alle torture, gli stupri e infine le uccisioni da parte dello stato israeliano.
Nonostante tutto questo, la resistenza palestinese continua anche nelle carceri.

Sabato 6 aprile alle 11 un incontro con Assia Zaino, ricercatrice in storia e antropologia, vicina a esperienze di vita e di lotta di persone che hanno attraversato le carceri israeliane.

A SEGUIRE, PRANZO SOLIDALE

CON LX PRIGIONIERX PALESTINESI !

Pubblicato in Eventi | Commenti disabilitati su Iniziativa – La lotta delle prigioniere palestinesi nelle carceri israeliane

Laboratorio autogestito di Gin-ecologia – sabato 30 marzo

Pubblicato in Eventi | Commenti disabilitati su Laboratorio autogestito di Gin-ecologia – sabato 30 marzo

8 marzo

8 MARZO: LA LOTTA CONTRO IL PATRIARCATO È AL FIANCO DI OGNI OPPRESSX

Il carcere non è che l’immagine estrema di ciò che chiamiamo patriarcato, due facce dello stesso schema di segregazione, di controllo sui corpi in ogni loro aspetto e sulle menti, di sfruttamento, di separazione dai propri affetti, di sofferenza. Nelle parole di chi imprigiona, lo si fa “per il bene dellx imprigionatx” o comunque, perché “se lo sono meritatx”, per essersi ribellate a qualche imposizione morale, sociale, sessuale. Lo Stato in buona sostanza ha per noi la veste del padre-padrone.

 

(8 marzo, carcere femminile di Pozzuoli)

Il controllo sulla sessualità e la riproduzione ed un modello di famiglia tradizionale, sono tra i capisaldi del controllo che lo Stato esercita per ottenere una società a misura di persone bianche, di classe borghese e a dominio prevalentemente maschile. Il progetto di sterminio di Israele, alleato agli Stati occidentali, si inserisce per noi in questa logica. La propaganda islamofoba messa in atto da Israele, come da gran parte dei paesi occidentali si appella infatti “ai diritti”, anche a quelli delle comunità Lgbtq+ per giustificare le azioni genocide messe in atto contro il popolo palestinese. Usando bandiere fucsia e arcobaleno per mostrarsi al mondo come democrazia inclusiva, la guerra di israele in realtà si fonda su una visione dell’ “altro”, in questo caso l’arabx, come inferiore, retrogradx, e quindi da colonizzare e assoggettare.

D’altronde la popolazione è già divisa tra masse sacrificabili e un’èlite dominante, come già avevamo visto bene in periodo di pandemia, soprattutto nelle carceri italiane, quando lo Stato uccise 14 persone. Ne sono evidenza le frontiere e i CPR che da anni uccidono persone senza documenti e senza volto, l’eliminazione di sussidi per un reddito minimo e lo sfruttamento lavorativo che porta a morire di lavoro. L’ultimo governo ha poi emanato il decreto Caivano che mira a colpire e incarcerare le fasce giovanili di origine straniera o dei quartieri popolari in particolare al sud.

Questo esercizio del potere dello Stato sui corpi altrui diventa così uno schema talmente potente, che viene introiettato anche tra lx sfruttatx o ribelli della società, senza che spesso nemmeno ce ne accorgiamo: così, anche i nostri compagni di vita, da alleati nell’affrontare le oppressioni quotidiane, non di rado finiscono per diventare nostri oppressori (ricordiamo che in Italia si consuma un femminicidio al giorno tra le mura domestiche). Se vogliamo che le nostre energie possano concentrarsi nel combattere i nostri principali nemici, allora la liberazione dal patriarcato che pervade le nostre quotidianità è necessaria.

Viceversa, lotta al patriarcato significa per noi necessariamente anche lottare contro le galere, la militarizzazione dei territori, e ogni colonizzatore, che si vesta di fucsia o arcobaleno.

Per questo, oggi vogliamo anche ricordare la strage nelle carceri compiuta dallo Stato l’8 marzo di 4 anni fa, archiviata dai tribunali, silenziata dal giornalismo, oscurata dalla politica istituzionale. Vogliamo ricordare nelle strade che in Italia esistono strumenti di tortura come il 41bis. Vogliamo ricordare che l’Italia è a tutti gli effetti alleata nella guerra genocida di Israele verso il popolo palestinese, complice di uno sterminio portato avanti a colpi di droni made in Italy e anche attraverso le carceri israeliane, un mezzo di guerra in cui lx prigionierx subiscono la tortura, gli stupri e le uccisioni da parte dei militari israeliani. L’etichetta di terroriste, infine, mira a screditare le lotte e legittimare sullx prigionierx ogni tipo di eccezione dei cosiddetti diritti umani.

Il prossimo 12 marzo, lo Stato italiano deciderà se estradare verso Israele, su richiesta di quest’ultimo, il prigioniero palestinese Anan, detenuto insieme ad altri prigionieri politici, tra cui i compagni anarchici Zac e Juan, nella sezione As2 di Terni. Allo stesso modo, l’Italia è complice delle torture dello stato ungherese perpetrate nei confronti di Ilaria, militante italiana imprigionata da più di un anno a Budapest in ragione del suo antifascismo, e di ciò che subiscono tutte le altre persone prigioniere nello stato di Orban, in quanto alleato del governo italiano.

Il tempo degli orticelli tranquilli è finito, se non al prezzo alto della nostra libertà. Dobbiamo metterci in gioco, reimparare a pensare che la liberazione è possibile e agire di conseguenza.

Alcunx compagnx femministx anarchicx

Pubblicato in Comunicati | Commenti disabilitati su 8 marzo

Verso l’8 marzo

Pubblicato in Eventi | Commenti disabilitati su Verso l’8 marzo

WOMEN IN STRUGGLE – PROIEZIONE DOCUMENTARIO

Pubblicato in Eventi | Commenti disabilitati su WOMEN IN STRUGGLE – PROIEZIONE DOCUMENTARIO

Doppietta di iniziative

Pubblicato in Eventi | Commenti disabilitati su Doppietta di iniziative

Per TUA sola colpa – D.l. Caivano

Pubblichiamo di seguito la mostra sul d.l. Caivano esposta in occasione della quinta Sagra della patata – benefit cassa antirep transfemminista, tenutasi domenica 5 novembre nel quartiere Materdei. La pubblichiamo qui in due verisoni (pannelli e opuscolo), per la libera divulgazione.

Eventuali critiche e osservazioni sono ben accette.

NESSUN MILITARE DA PALERMO A CAIVANO, CONTRO GLI STUPRI CI AUTODIFENDIAMO !

d.l. caivano mostra opuscolo

d.l. caivano mostra poster

Pubblicato in Comunicati | Commenti disabilitati su Per TUA sola colpa – D.l. Caivano

5 NOV – Quinta sagra della patata! benefit antirep transfem

Pubblicato in Eventi | Commenti disabilitati su 5 NOV – Quinta sagra della patata! benefit antirep transfem

Memoria come resistenza. Storie di compagne rivoluzionarie – Napoli, 25 & 26 marzo 2023

SABATO 25 E DOMENICA 26 MARZO: INCONTRO FEMMINISTA PER ASCOLTARE LE VOCI DI CHI, NEGLI ANNI ’70 E ’80, HA LOTTATO CON OGNI MEZZO NECESSARIO.

Un incontro femminista e separato dedicato al recupero della memoria storica dell’esperienza delle donne che hanno attraversato il periodo della lotta armata degli anni ’70 e ’80 in Italia, militando nelle organizzazioni rivoluzionarie combattenti di quell’epoca, spesso pagando le proprie scelte con la libertà e senza mai dissociarsi.

Femminista perché ci interessa ripercorrere le storie di compagne che, con le loro scelte rivoluzionarie, hanno sfidato il potere e l’autorità dello stato, del capitale e del patriarcato, detentori del monopolio della violenza. Vogliamo ascoltare le voci delle donne che, identificandosi o meno nel femminismo dell’epoca, hanno determinato la rottura dei ruoli di genere che sostengono questo monopolio, scardinando la logica che ci vorrebbe soggetti passivi e vittime impossibilitate a reagire a ciò che ci opprime.

Separato perché crediamo nell’importanza della creazione di spazi autonomi tra le soggettività oppresse dall’etero cis patriarcato. Spazi in cui la nostra forza, le nostre rivolte, le nostre lotte non vengano ingabbiate negli stereotipi patriarcali mostrificanti, psichiatrizzanti, romantici. Spazi in cui sia possibile rafforzare la nostra consapevolezza individuale e collettiva. Vogliamo quindi incontrarci tra donne, lesbiche, trans* e identità non binarie.

Di storia orale perché vogliamo privilegiare il racconto diretto, dando spazio alla condivisione di singole esperienze anche nella loro dimensione personale, perché il femminismo ci ha insegnato che il personale è politico. Affinché il partire da sé ci permetta di ricostruire una storia collettiva, contro la volontà dello stato di silenziare, cancellare, distorcere le voci che non rientrano nelle narrazioni storiche ufficiali.

Recuperare la memoria storica delle donne rivoluzionarie è un atto di resistenza necessario contro l’intento del sistema – statale, capitalista, razzista e patriarcale – di disinnescare la potenza dell’immaginario in cui la sovversione dell’esistente è possibile.

Per non lasciare in mano al nemico la nostra storia,

per riappropriarci di ciò che la repressione vorrebbe farci dimenticare,

per continuare a sentire vive le possibilità di una radicalità femminista in lotta

contro ogni oppressione e autorità.

Link: https://memoriacomeresistenza.noblogs.org/

 

 

Pubblicato in Eventi | Commenti disabilitati su Memoria come resistenza. Storie di compagne rivoluzionarie – Napoli, 25 & 26 marzo 2023

Contro le gabbie di Stato e patriarcato

 

In quanto femministe conosciamo bene il volto patriarcale e violento dello Stato, di cui una delle espressioni più estreme sono il carcere e la tortura del 41bis.
I regimi differenziali e le carceri speciali infatti nascono con l’obbiettivo della deprivazione sensoriale e la spersonalizzazione dellx detenutx.
Noi donne, lesbiche, frocie, persone trans* e non binarie conosciamo bene il disciplinamento e l’oppressione che passa attraverso i corpi. Quando ci rifiutiamo di aderire alle norme di genere e all’eterocispatriarcato, veniamo rinchiusx e stigmatizzatx come pazzx. Il carcere è la punizione per chi disobbedisce alle regole di questo sistema, al suo ordine, come ogni corpo dissidente fuori dal genere viene rimesso sui binari. Ogni donna, lesbica, frocia, persona trans* e non binaria viene riportata al suo dovere, testa bassa difronte al padre, al padrone, al marito, allo Stato.
La strategia dello Stato è togliere a chi rifiuta l’ordine imposto tutto quello che ha: la libertà, le relazioni, la possibilità di agire e di essere. In una situazione di estremo isolamento carcerario l’unica arma che rimane è il corpo. Questo è quello che Alfredo ha scelto di fare da più di 80 giorni portando avanti uno sciopero della fame fino alle estreme conseguenze. A lui si sono uniti negli ultimi due mesi diversx compagnx – Juan, Ivan, Anna. Per giudici e giornalisti, per cui è inconcepibile un mondo senza gerarchie, Alfredo sarebbe il “capo di un’organizzazione”. Non potranno mai capire che per lx anarchicx capi,strutture e gerarchie non possono esistere. D’altra parte si dimenticano della compagna Anna, incarcerata per la medesima operazione repressiva, che con Alfredo e lx altrx compagnx anarchicx porta avanti questa lotta da sempre. La forza della loro resistenza risuona in molti luoghi e fa sì che la rabbia si trasformi in azione.
Vogliamo che la nostra solidarietà passi attraverso quelle odiate sbarre e arrivi ad Alfredo e a tutte le persone detenute, perché crediamo che la spinta di libertà è contagiosa, e possa risuonare più forte della loro autorità.
Sappiamo bene l’importanza della solidarietà diretta e attiva, perchè in quanto femministe non abbiamo nessuna fiducia nello Stato e nella sua giustizia. Magistrati, ispettori, secondini e stupratori nella peggiore delle ipotesi ci criminalizzano quando ci autodifendiamo o ci sottraiamo alle norme di genere a noi imposte. Nella migliore delle ipotesi ci trattano con paternalismo, pretendendo di doverci difendere. Rifiutiamo ogni delega e ogni paternalismo, che quando non ci vede passive e vittime ci mostrifica.
Come femministe anarchiche ci riconosciamo in una lotta contro il 41bis e l’ergastolo perchè un’operazione repressiva di quest’ampiezza è un chiaro monito per chiunque porti avanti le idee e pratiche anarchiche. Alfredo non è il primo compagno sottoposto a questo regime, ricordiamo altre 4 compagnx che si trovano al 41bis da quasi vent’anni. Tra loro due compagne, Diana Blefari, morta nelle mani dello Stato, e Nadia Lioce, in lotta contro questo regime di tortura da anni.
Come identità sessuali e di genere dissidenti ci uniamo alla lotta di Alfredo e tuttx lx compagnx contro il 41bis, regime da cui tra l’altro si può uscire soltanto tramite l’abiura. Quotidianamente ci viene chiesto di rinnegare noi stessx per adattarci a una norma che ci vorrebbe addomesticatx e passivx. Rifiutando qualsiasi compromesso con Stato e giustizia, riconosciamo nella lotta contro il 41bis e tutte le forme di detenzione la nostra lotta.

Tuttx liberx
Fuoco alle galere

 

 

Pubblicato in Comunicati | Commenti disabilitati su Contro le gabbie di Stato e patriarcato