WOMEN IN STRUGGLE – PROIEZIONE DOCUMENTARIO

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Doppietta di iniziative

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Per TUA sola colpa – D.l. Caivano

Pubblichiamo di seguito la mostra sul d.l. Caivano esposta in occasione della quinta Sagra della patata – benefit cassa antirep transfemminista, tenutasi domenica 5 novembre nel quartiere Materdei. La pubblichiamo qui in due verisoni (pannelli e opuscolo), per la libera divulgazione.

Eventuali critiche e osservazioni sono ben accette.

NESSUN MILITARE DA PALERMO A CAIVANO, CONTRO GLI STUPRI CI AUTODIFENDIAMO !

d.l. caivano mostra opuscolo

d.l. caivano mostra poster

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5 NOV – Quinta sagra della patata! benefit antirep transfem

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Memoria come resistenza. Storie di compagne rivoluzionarie – Napoli, 25 & 26 marzo 2023

SABATO 25 E DOMENICA 26 MARZO: INCONTRO FEMMINISTA PER ASCOLTARE LE VOCI DI CHI, NEGLI ANNI ’70 E ’80, HA LOTTATO CON OGNI MEZZO NECESSARIO.

Un incontro femminista e separato dedicato al recupero della memoria storica dell’esperienza delle donne che hanno attraversato il periodo della lotta armata degli anni ’70 e ’80 in Italia, militando nelle organizzazioni rivoluzionarie combattenti di quell’epoca, spesso pagando le proprie scelte con la libertà e senza mai dissociarsi.

Femminista perché ci interessa ripercorrere le storie di compagne che, con le loro scelte rivoluzionarie, hanno sfidato il potere e l’autorità dello stato, del capitale e del patriarcato, detentori del monopolio della violenza. Vogliamo ascoltare le voci delle donne che, identificandosi o meno nel femminismo dell’epoca, hanno determinato la rottura dei ruoli di genere che sostengono questo monopolio, scardinando la logica che ci vorrebbe soggetti passivi e vittime impossibilitate a reagire a ciò che ci opprime.

Separato perché crediamo nell’importanza della creazione di spazi autonomi tra le soggettività oppresse dall’etero cis patriarcato. Spazi in cui la nostra forza, le nostre rivolte, le nostre lotte non vengano ingabbiate negli stereotipi patriarcali mostrificanti, psichiatrizzanti, romantici. Spazi in cui sia possibile rafforzare la nostra consapevolezza individuale e collettiva. Vogliamo quindi incontrarci tra donne, lesbiche, trans* e identità non binarie.

Di storia orale perché vogliamo privilegiare il racconto diretto, dando spazio alla condivisione di singole esperienze anche nella loro dimensione personale, perché il femminismo ci ha insegnato che il personale è politico. Affinché il partire da sé ci permetta di ricostruire una storia collettiva, contro la volontà dello stato di silenziare, cancellare, distorcere le voci che non rientrano nelle narrazioni storiche ufficiali.

Recuperare la memoria storica delle donne rivoluzionarie è un atto di resistenza necessario contro l’intento del sistema – statale, capitalista, razzista e patriarcale – di disinnescare la potenza dell’immaginario in cui la sovversione dell’esistente è possibile.

Per non lasciare in mano al nemico la nostra storia,

per riappropriarci di ciò che la repressione vorrebbe farci dimenticare,

per continuare a sentire vive le possibilità di una radicalità femminista in lotta

contro ogni oppressione e autorità.

Link: https://memoriacomeresistenza.noblogs.org/

 

 

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Contro le gabbie di Stato e patriarcato

 

In quanto femministe conosciamo bene il volto patriarcale e violento dello Stato, di cui una delle espressioni più estreme sono il carcere e la tortura del 41bis.
I regimi differenziali e le carceri speciali infatti nascono con l’obbiettivo della deprivazione sensoriale e la spersonalizzazione dellx detenutx.
Noi donne, lesbiche, frocie, persone trans* e non binarie conosciamo bene il disciplinamento e l’oppressione che passa attraverso i corpi. Quando ci rifiutiamo di aderire alle norme di genere e all’eterocispatriarcato, veniamo rinchiusx e stigmatizzatx come pazzx. Il carcere è la punizione per chi disobbedisce alle regole di questo sistema, al suo ordine, come ogni corpo dissidente fuori dal genere viene rimesso sui binari. Ogni donna, lesbica, frocia, persona trans* e non binaria viene riportata al suo dovere, testa bassa difronte al padre, al padrone, al marito, allo Stato.
La strategia dello Stato è togliere a chi rifiuta l’ordine imposto tutto quello che ha: la libertà, le relazioni, la possibilità di agire e di essere. In una situazione di estremo isolamento carcerario l’unica arma che rimane è il corpo. Questo è quello che Alfredo ha scelto di fare da più di 80 giorni portando avanti uno sciopero della fame fino alle estreme conseguenze. A lui si sono uniti negli ultimi due mesi diversx compagnx – Juan, Ivan, Anna. Per giudici e giornalisti, per cui è inconcepibile un mondo senza gerarchie, Alfredo sarebbe il “capo di un’organizzazione”. Non potranno mai capire che per lx anarchicx capi,strutture e gerarchie non possono esistere. D’altra parte si dimenticano della compagna Anna, incarcerata per la medesima operazione repressiva, che con Alfredo e lx altrx compagnx anarchicx porta avanti questa lotta da sempre. La forza della loro resistenza risuona in molti luoghi e fa sì che la rabbia si trasformi in azione.
Vogliamo che la nostra solidarietà passi attraverso quelle odiate sbarre e arrivi ad Alfredo e a tutte le persone detenute, perché crediamo che la spinta di libertà è contagiosa, e possa risuonare più forte della loro autorità.
Sappiamo bene l’importanza della solidarietà diretta e attiva, perchè in quanto femministe non abbiamo nessuna fiducia nello Stato e nella sua giustizia. Magistrati, ispettori, secondini e stupratori nella peggiore delle ipotesi ci criminalizzano quando ci autodifendiamo o ci sottraiamo alle norme di genere a noi imposte. Nella migliore delle ipotesi ci trattano con paternalismo, pretendendo di doverci difendere. Rifiutiamo ogni delega e ogni paternalismo, che quando non ci vede passive e vittime ci mostrifica.
Come femministe anarchiche ci riconosciamo in una lotta contro il 41bis e l’ergastolo perchè un’operazione repressiva di quest’ampiezza è un chiaro monito per chiunque porti avanti le idee e pratiche anarchiche. Alfredo non è il primo compagno sottoposto a questo regime, ricordiamo altre 4 compagnx che si trovano al 41bis da quasi vent’anni. Tra loro due compagne, Diana Blefari, morta nelle mani dello Stato, e Nadia Lioce, in lotta contro questo regime di tortura da anni.
Come identità sessuali e di genere dissidenti ci uniamo alla lotta di Alfredo e tuttx lx compagnx contro il 41bis, regime da cui tra l’altro si può uscire soltanto tramite l’abiura. Quotidianamente ci viene chiesto di rinnegare noi stessx per adattarci a una norma che ci vorrebbe addomesticatx e passivx. Rifiutando qualsiasi compromesso con Stato e giustizia, riconosciamo nella lotta contro il 41bis e tutte le forme di detenzione la nostra lotta.

Tuttx liberx
Fuoco alle galere

 

 

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NAPOLI QUIR PUNK – benefit cassa antirep transfemminista – 14 e 15 Gennaio 2023

…PROGRAMMA IN AGGIORNAMENTO…a fondo pagina, alcune info tecniche sui vari laboratori…

SABATO 14 GENNAIO

Aperto a tuttx, tranne che a fasci, sbirri e loro amici, sessisti e omotransfobici

Dalle ORE 15 per tutta la giornata, banchetti di autoproduzioni:
– Hormony, di fanze, corpi e laboratori non normati
Aanarcho herbane kollektiv, anarcoqueer erboristeria e filosofia D.I.Y.
Sante Skatenate, disegna il tuo harness
postazione Parruqueeria degenere, largo alle diavole per capello – tagli punq per tuttx –
serigrafia
distro queer e transfemministe contro patriarcato, carcere e repressione
Guerriglia Transpoetica & Friends
mostra Travma, collective memory of punk in Turkey
– mostra sulla storia delle carceri specali in Italia
Sempre dalle ORE 15
– BAW – BRIGHT ANIMAL WORK, laboratorio di trapezio
– laboratorio di autotattooing
Per tutta la giornata sarà presente una postazione radio fissa di Malormone feat Banda Mutanda per sottofondi striduli e interviste che non t’aspetti e un bancone del bar
ORE 17
Chiacchiera a partire dalla presentazione della fanzine Sisterrude, d.i.y. zine per la visibilità di donne, lesbiche, trans*, persone non binarie, queers e chiunque non incarni la cis-eteronormatività
ORE 20
Cena benefit vegan
ORE 21.30
Spettacolo “Il punk spiegato a mia nonna” e canzonette squarciagole di punkastorie/Filosottile
ORE 22.30
Concerto di Resille – parasite queer-punk, Marseille –

DOMENICA 15 GENNAIO

!! I SEGUENTI LABORATORI SONO SEPARATI, CIOÈ APERTI A TUTTX TRANNE A MASCHI ETERO-CIS !!
DALLE ORE 11:
laboratorio di cianotipia (in caso di sole)
– JINGLE JUNGLE, laboratorio a cura di Malormone feat Banda mutanda
ORE 14
pranzo benefit vegan
ORE 16.30
chiacchiera per un’iniziativa solidale con il compagno anarchico Alfredo, in sciopero della fame da ormai oltre 80 giorni contro il regime di 41-bis ed ergastolo, rinchiuso al carcere di Bancali (Sassari) dal 5 maggio 2022 in regime di 41bis
ORE 21
birrette, socialità e proiezione della domenica del documentario Queercore: how to punk a revolution (lingua inglese con sottotitoli in italiano)

DI SEGUITO ALCUNE INFO SUI VARI LABORATORI

Jingle Jungle
A cura di Malormone feat Banda Mutanda
14/01/23
2h elastiche
Strumenti utilizzati:
Audacity
Cosa devono portare lu partecipantx:
– PC + cuffie
– Audacity installato sul pc (download gratuito)
Per chi ce l’ha: Cavo per collegare i pc a impianto (output minijack)
Argomenti
Creiamo insieme degli audio pensati come Spot radiofonici/jingle di circa uno-due minuti, pensato per invitare ad un evento o veicolare un breve messaggio pubblicitario.
Rudimenti sul mixing e montaggio di diverse sorgenti sonore. Presa microfonica base, pulizia minima del suono in ambiente non insonorizzato.
Effetistica di distorsione della voce.
Freesound.org e rumoristica: come integrarla.
Montaggio con musica e canzoni
Per ogni partecipante viene caldamente consigliato di portare il suo pc e cuffie, altrimenti si condividono le postazioni!
Scaletta
Introduzione: chi siamo e cos’è bandamutanda (2’)
Scrittura: consigli, stili, tecniche, tempi (10’)
Parlare al microfono: tecniche di allenamento bocca, ritmi (5’)
Musica: selectas mirate (2’)
Suoni: arricchire il jingle con effetti sonori (5’)
Approcciarsi ad Audacity e ai suoi strumenti (30’)
Registrazione da mic (30’)
Editing audio: mixaggio tracce, equalizzazione, effetti (40’)
 

L’epifania non tutte le feste porta via… Il 14 e 15 gennaio al Giardino Liberato di Materdei (Napoli) si terrà una giorno e mezzo di D.I.Y. frociolellatransenonbinaria e spettacoli e concerti punk contro patriarcato, Stato, galere, frontiere e repressione. Ci saranno: serigrafie, stampe, fanzine, scarabocchi, intagli&tagli, esplosioni creative, fantasie appuntite, matite ben affilate… Per noi il punk è un modo di stare al mondo e il queer è lotta e liberazione, non marchi commerciali, estetica social o trend del momento. Queer per noi è resistenza quotidiana in un mondo etero-cis-patriarcale che ci soffoca, queer è crescere come erbe infestanti sull’asfalto ripulito delle città, creare reticolati di affetti diffusi e desideri contro-norma, queer è dare fastidio come il fischio di un microfono, come un urlo rauco che taglia i timpani. Spesso ci troviamo a dover sgomitare per riuscire a stare negli spazi che attraversiamo, così come sui palchi, nelle palestre, nei festival di autoproduzioni che in questi spazi si organizzano. È per questo che abbiamo deciso di organizzare un festival per noi e per chi condivide questo bisogno, un festivalino che sia queer e antisessista nei contenuti e nell’atmosfera. Alcuni eventi, come i laboratori e gli incontri, saranno separati (no maschi cis-et) perché abbiamo bisogno di uno spazio in cui conoscerci e riconoscerci lontano dallo sguardo patriarcale e riappropriarci dei saperi di cui la narrazione binaria dei ruoli di genere ci ha espropriatx. L’esposizione e i concerti, invece, saranno aperti a tuttx, tranne ovviamente machi, fasci e sbirri. il festival sarà benefit cassa antirep transfemminista, che va a supportare compagnx donne, lesbiche, trans* colpitx dalla repressione per essersi autodifesx dalla violenza di Stato e patriarcato. 🔥

 
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Sagra della Patata Domenica 6 Novembre

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QUEER HORROR MONSTER SHOW – Residenza artistica @laVampa

LA VAMPA – Casa Transfemminista Occupata:
QUEER HORROR MONSTER SHOW
– dal 24 al 29 agosto –
@laVampa, Vico calce 28, Napoli
– residenza per persone queer, lesbiche e trans*, no maschi cis –

Ai corpi queer, non conformi, dissidenti e mostruosi: creiamo insieme uno spettacolo pop, mitico, osceno.

Prendiamoci un tempo per praticare collettivamente le arti che il mondo capitalista e patriarcale non ci lascia esprimere, per scambiarci esperienze e portare fuori un messaggio politico queer forte, che venga da noi, finalmente voci protagonistə della nostra narrazione.

Chiediamo a chi vuole partecipare di portare con sé all’arrivo un piccolo pezzo di mostruosità: una storia, un’idea, un’esperienza personale, una danza, una canzone, un testo.

Se non hai mai creato qualcosa del genere non temere, puoi portare anche stralci di libri o poesie o canzoni attinenti al tema della residenza. Non è necessario essere “artistə” ma sì voler comunicare e condividere collettivamente delle pratiche.

Al nostro arrivo ci sarà un momento in cui condivideremo questi piccoli pezzi di mostruosità: idealmente, questi saranno le basi del nostro queer horror monster show . Al termine della condivisione seguirà un’assemblea per la costruzione collettiva dei restanti giorni della residenza (vedi programma poco più sotto).

Scrivi a queershow@anche.no per info e per confermare la tua partecipazione.
C’è la possibilità di dormire insieme , ti chiediamo di farcelo sapere con qualche giorno di anticipo. La casa è vegana, comunicaci le tue intolleranze. Tutto questo ci permetterà di snellire l’organizzazione.

La residenza è ospitata da La Vampa, una casa occupata, transfemminista, antiautoritaria e vegana. Nessuna pietà per sbirri, fasci, machi e loro simpatizzantx.
La residenza rispetta le medesime scelte politiche dello spazio.

Avvisiamo che la casa non è di facile attraversabilitá a causa della presenza di barriere architettoniche, ma per necessità specifiche in tal senso, scriveteci e faremo il possibile.

Gli spazi all’aperto in cui poter stare distanti sono ridotti, lo spazio ristretto per una quantità considerevole di persone rende difficile la riservatezza. Nonostante questo faremo del nostro meglio per far sentire ciascunx a proprio agio.
FUOCO A CARCERE E FRONTIERE

https://lavampa.noblogs.org/
https://t.me/lavampanapolivicocalce28

PROGRAMMA:

MERCOLEDÌ 24
-arrivi e sistemazione entro le 12:00
-pranzo collettivo
– 16:00-20:00: condivisione dei piccoli pezzi di mostruosità portati in dono alla residenza;
– 20:00-21:00: assemblea collettiva per la costruzione della residenza e suddivisione in piccoli gruppi di lavoro.

GIOVEDÌ 25
– 9.30-12.30: riscaldamento fisico e improvvisazione tutte insieme
-pranzo collettivo
-16:00-20:00: lavoro in gruppi
-20:00-21:00: restituzione collettiva e organizzazione giorno seguente
-21:00: cena e presa a bene

VENERDÌ 26
– 9.30-12.30: scenografia, costumi, montaggio scenico tutte insieme
-pranzo collettivo
-16:00-20:00:  scenografia, costumi, montaggio scenico tuttə insieme
-20:00-21:00: restituzione collettiva e organizzazione giorno seguente
-21:00: cena e presa a bene

SABATO 27
– 9.30-12.30: rifinitura lavoro in gruppi
-pranzo collettivo
-16:00-20:00: assemblaggio materiali e scene tutte insieme
-20:00-21:00: restituzione collettiva e organizzazione giorno seguente
-21:00: cena e presa a bene

DOMENICA 28
– prove generali
Restituzione aperta a tuttə,
no maschi cishet ore 21.00

LUNEDÌ 29
pulizia spazi, saluti e ripartenze <3

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DOPO DUE ANNI DALLE RIVOLTE IN CARCERE

Giorni fa si è tenuta l’udienza preliminare per il processo sulla “mattanza della settimana santa”, la rappresaglia dello Stato nei confronti dei detenuti avvenuta il 6 aprile nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Sono 109 gli imputati tra agenti, ufficiali, funzionari e personale sanitario del carcere per reati tra cui tortura, omicidio colposo, perquisizione personale arbitraria, lesioni; sono circa un centinaio le parti civili costituite. Intanto, a dicembre, la Procura di SMCV aveva chiesto l’archiviazione per i 14 detenuti che la polizia penitenziaria indicò come responsabili della rivolta. Eppure, se fino a qui a qualcunx potrebbe pure sembrare che lo Stato stia facendo giustizia, benchè sempre nei modi suoi, dobbiamo invece guardare al quadro d’insieme.

A SMCV lo Stato ha interpretato la messinscenza del processo esemplare alle cosiddette “mele marce” (che comunque poche non sono ! ). Non fosse che contemporaneamente, però, ha messo a tacere la più grande strage di Stato nelle carceri dal dopoguerra, nonché la morte, avvenuta tra le mura di quello stesso carcere, di Hakine Lamine. Quest’ultima seguì proprio alle torture delle del 6 aprile: lui era tra i 14 detenuti detenuti indagati per la rivolta ed era stato messo in cella di isolamento a scopi punitivi, la stessa nella quale morirà un mese dopo. Il Tribunale del riesame ha appena riconfermato che la sua morte non fu cagionata dalle torture delle guardie imputate nel maxi-processo, riavvalorando così la versione ufficiale del “suicidio”. In merito alla strage del marzo 2020 morirono in tutto 14 persone detenute durante le rivolte, di cui 9 nel carcere di Modena e durante i trasferimenti da esso. A giugno 2021, tutte le indagini per queste morti vengono archiviate, sulla base di sommarie autopsie che decretano la causa di tutte le morti nell’overdose di metadone. L’unica inchiesta a restare ancora aperta è quella per la morte di Sasà Piscitelli nel carcere di Ascoli Piceno.

Solo da pochi giorni, è stata resa nota un’altra inchiesta della Procura di Modena, avviata solo in seguito all’esposto e alle testimonianze dirette di alcuni detenuti, nella quale sono indagati diversi agenti penitenziari, per le torture e lesioni inferte in quelle giornate. Mentre sul fronte opposto, diverse decine di persone che erano detenute in quel carcere sono indagate per i reati, tra gli altri, di devastazione e saccheggio.

Ci sembra molto chiaro che per lo Stato, il processo di SMCV e in generale le inchieste con cui è disposto a “sacrificare” alcuni dei suoi uomini (le solite “mele marce”, appunto) rappresentano solo la contropartita alla veloce archiviazione di una strage di Stato da parte di procure e tribunali, avvenuta nella più totale omertà istituzionale e alternata a una gogna mediatica che spesso dipinge i detenuti che muoiono “suicidati” in una cella come “tossici” all’assalto dell’infermeria o “schizofrenici”. Migliaia di persone detenute furono torturate in quei giorni e in tutt’Italia da ogni tipo di divisa possibile (penitenziaria, polizia, carabinieri, Gom, reparti speciali, digos…) e da un personale sanitario complice con chi ha represso e punito quelle rivolte, la più umana e giusta reazione immaginabile di chi si trova recluso in una gabbia. È per questo che diverse centinaia di quelle persone detenute vengono oggi indagate e imputate davanti ai tribunali di ogni parte d’Italia per reati che prevedono pene altissime e che, sommati alla propria condizione detentiva, possono sancire, in caso di eventuale condanna, un “fine pena mai”.

A due anni dall’inizio dell’emergenza pandemica e dallo scoppiare di quelle rivolte, la situazione nelle galere è ritornata (o rimasta) la stessa, se non addirittura deteriorata: la sanità nelle carceri va peggiorando e in molte di esse diminuisce la presenza dei medici negli istituti, mentre aumentano le assunzioni per le guardie e le misure per la sorveglianza, nessuna millantata riforma della giustizia per lo svuotamento delle carceri, nessun impulso alle misure alternative al carcere, il sovraffollamento aumenta (solo a Poggioreale, ci sono 2.229 persone detenute su una capienza di 1.571), continuano a mancare i dispositivi di prevenzione del contagio (es. mascherine) per i detenuti che li richiedano, il cibo è sempre scadente, continuano gli abusi nel somministrare psicofarmaci, le condizioni igienico-sanitarie restano pessime, aumentano progetti di sfruttamento del lavoro delle persone detenute. Per coloro che scelgono di non vaccinarsi si allunga il periodo di isolamento dal resto della sezione, è precluso (almeno in certe carceri) di fare il lavorante e vi sono restrizioni ai colloqui visivi, per i quali oltretutto i familiari esterni sono tenuti oggi a esibire il Green pass (dovendosi quindi pagare tutte le volte un tampone se non vaccinati). Ciononostante, il plexiglass per i colloqui visivi è rimasto, il che costituisce una restrizione importante nella vita di chi è detenutx. Chi, invece, vorrebbe completare le dosi di vaccinazione subisce ritardi.

Laddove c’è uno Stato e le sue gabbie, non potrà mai esserci libertà.

CONTRO LO STATO CHE TORTURA E UCCIDE

SOLIDALI CON CHI SI RIBELLA

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