PROGRAMMA TATTOO CIRCUS 8-9 GIUGNO ALLA VAMPA!!!

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PODCAST TESTIMONIANZA DI UNA COMPAGNA DAL CPR DI AMYGDALEZA (ATENE) A SEGUITO DELL’OCCUPAZIONE IN SOLIDARIETÁ ALLA PALESTINA

Ecco un podcast che raccoglie la testimonianza di una compagna durante la sua detenzione nel CPR di Amygdaleza (Atene); reclusa con altrx 8 solidali a seguito dell’occupazione in Università in solidarietà con la resistenza Palestinese, avvenuta il 15 maggio ad Atene.

 

Ci si tiene a precisare che ad oggi, 29 maggio, delle 9 compagnx detenutx al CPR, una rimane ancora reclusa e in sciopero della fame. Qualche giorno prima, le compagne avevano avuto notizia dell’inizio dello sciopero della fame da parte di circa 40 reclusi, principalmente egiziani, in protesta contro le condizioni detentive del lager.

 

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BREVE AGGIORNAMENTO DALLA GRECIA E RIFLESSIONI A MARGINE


Nella data di ieri, venerdì 24 maggio, i giudici si sono espressi sulla detenzione di solo 3 dellx 9 solidali reclusx ad Amygdaleza, decretandone il rilascio. Per lx altrx 6 decideranno altri due giudici che però hanno pensato di rimandare la decisione a lunedì. Continua quindi la detenzione amministrativa di 6 solidali nel cpr greco.
Cos’è per loro d’altronde qualche giorno in più o in meno di reclusione deciso sulla pelle dei corpi altrui..!
Continua intanto lo sciopero della fame di 40 persone migranti principalmente di origine egiziana recluse all’interno dello stesso CPR in protesta contro le condizioni detentive.
Seguiranno aggiornamenti.

Solidali con la resistenza palestinese, al fianco di chi è reclusx, di chi è in sciopero della fame e di chi si rivolta nei CPR, condividiamo qualche brevissima riflessione a margine.

Ci preme ricordare che solo nelle ultime settimane, lo strumento della detenzione amministrativa sembra aver ampliato le sue maglie a fronte dell’ampliarsi della solidarietà con il popolo palestinese.
Così ricordiamo il caso di Seif, un educatore algerino che da anni vive a Roma con status di rifugiato, a cui, per un commento pro Palestina all’interno di chat private, è stato revocato lo status di rifugiato e portato nel cpr di ponte Galeria, dove è rimasto per qualche giorno e al momento è in attesa dell’esito del ricorso contro la revoca dello status di rifugiato e l’espulsione.
Non dimentichiamo che pur, con strumenti giuridici diversi, l’Italia sarebbe pronta a consegnare a Israele tramite estradizione i 3 palestinesi, Anan, Ali e Mansour, attualmente detenuti nelle carceri italiane.

In Francia, sono avvenuti dal 7 ottobre diversi casi di detenzione amministrativa di persone con documenti non europei – palestinesi ma anche di altri paesi – per aver espresso solidarietà alla resistenza palestinese contro il genocidio di Israele. D’altra parte la detenzione amministrativa è uno strumento repressivo ampiamente usato dallo stato francese già da diversi anni anche contro persone con documenti europei, considerate una minaccia per l’ordine pubblico. Una tendenza che si andrà generalizzando grazie a quanto previsto dall’ultima legge sull’immigrazione, perfettamente allineata con le politiche di morte richieste dal patto europeo su migrazione e asilo, diventato operativo da aprile 2024.

In Grecia, a seguito dell’arresto di 26 persone per l’occupazione dell’Università di Atene in solidarietà alla resistenza palestinese, lx 9 internazionali sono statx portatx al cpr, in applicazione di una legge greca che consente la detenzione amministrativa, anche di persone con cittadinanza europea, che siano segnalate come indesiderabili per ragioni politiche dallo stato greco e quindi espellibili. Evidente in questo caso è l’utilizzo di tale strumento per prendere di mira i moti di solidarietà per la Palestina.

La detenzione amministrativa rappresenta il fondamento del sistema frontiere nella civiltà Europea, dove migliaia di persone migranti vengono imprigionate per non avere i documenti. E rappresenta anche uno degli strumenti principali della civiltà israeliana nel condurre il genocidio palestinese. In entrambi i casi, si tratta di uno strumento volto all’annientamento psico-fisico dellx individux individuati come nemicx nell’attuale società.

La detenzione amministrativa sembra aver ampliato il suo campo di applicazione in questo momento di guerre, quale strumento di contenimento dei nemici interni individuati su basi politiche, nella forma più arbitraria che consente di oltrepassare le seppur minime garanzie previste dai sistemi penali.

Queste forme detentive, praticate anche dal fascismo, e da tutti i regimi, sono la normalità nei sistemi giuridici delle civiltà occidentali.
Uno dei motivi in più per augurarcene attivamente al più presto l’inesorabile tramonto.

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Iniziativa – La lotta delle prigioniere palestinesi nelle carceri israeliane

In seguito al 7 ottobre 2023, il numero di prigionieri e prigioniere palestinesi è raddoppiato (da 4000 a 9000, di cui 80-90 sono donne) nelle carceri di Gerusalemme e della Cisgiordania, mentre dex prigionierx a Gaza, detenutx in campi, spesso nel deserto, non si hanno notizie certe. Le condizioni detentive inumane per lx palestinesx esistono da ben prima di quella data, ma da lì in poi la situazione è divenuta estrema: dal sovraffollamento nelle prigioni (12 persone in una cella dove ce ne starebbero 5) e la privazione di colloqui con le famiglie e del diritto all’ora d’aria, fino alle torture, gli stupri e infine le uccisioni da parte dello stato israeliano.
Nonostante tutto questo, la resistenza palestinese continua anche nelle carceri.

Sabato 6 aprile alle 11 un incontro con Assia Zaino, ricercatrice in storia e antropologia, vicina a esperienze di vita e di lotta di persone che hanno attraversato le carceri israeliane.

A SEGUIRE, PRANZO SOLIDALE

CON LX PRIGIONIERX PALESTINESI !

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Laboratorio autogestito di Gin-ecologia – sabato 30 marzo

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8 marzo

8 MARZO: LA LOTTA CONTRO IL PATRIARCATO È AL FIANCO DI OGNI OPPRESSX

Il carcere non è che l’immagine estrema di ciò che chiamiamo patriarcato, due facce dello stesso schema di segregazione, di controllo sui corpi in ogni loro aspetto e sulle menti, di sfruttamento, di separazione dai propri affetti, di sofferenza. Nelle parole di chi imprigiona, lo si fa “per il bene dellx imprigionatx” o comunque, perché “se lo sono meritatx”, per essersi ribellate a qualche imposizione morale, sociale, sessuale. Lo Stato in buona sostanza ha per noi la veste del padre-padrone.

 

(8 marzo, carcere femminile di Pozzuoli)

Il controllo sulla sessualità e la riproduzione ed un modello di famiglia tradizionale, sono tra i capisaldi del controllo che lo Stato esercita per ottenere una società a misura di persone bianche, di classe borghese e a dominio prevalentemente maschile. Il progetto di sterminio di Israele, alleato agli Stati occidentali, si inserisce per noi in questa logica. La propaganda islamofoba messa in atto da Israele, come da gran parte dei paesi occidentali si appella infatti “ai diritti”, anche a quelli delle comunità Lgbtq+ per giustificare le azioni genocide messe in atto contro il popolo palestinese. Usando bandiere fucsia e arcobaleno per mostrarsi al mondo come democrazia inclusiva, la guerra di israele in realtà si fonda su una visione dell’ “altro”, in questo caso l’arabx, come inferiore, retrogradx, e quindi da colonizzare e assoggettare.

D’altronde la popolazione è già divisa tra masse sacrificabili e un’èlite dominante, come già avevamo visto bene in periodo di pandemia, soprattutto nelle carceri italiane, quando lo Stato uccise 14 persone. Ne sono evidenza le frontiere e i CPR che da anni uccidono persone senza documenti e senza volto, l’eliminazione di sussidi per un reddito minimo e lo sfruttamento lavorativo che porta a morire di lavoro. L’ultimo governo ha poi emanato il decreto Caivano che mira a colpire e incarcerare le fasce giovanili di origine straniera o dei quartieri popolari in particolare al sud.

Questo esercizio del potere dello Stato sui corpi altrui diventa così uno schema talmente potente, che viene introiettato anche tra lx sfruttatx o ribelli della società, senza che spesso nemmeno ce ne accorgiamo: così, anche i nostri compagni di vita, da alleati nell’affrontare le oppressioni quotidiane, non di rado finiscono per diventare nostri oppressori (ricordiamo che in Italia si consuma un femminicidio al giorno tra le mura domestiche). Se vogliamo che le nostre energie possano concentrarsi nel combattere i nostri principali nemici, allora la liberazione dal patriarcato che pervade le nostre quotidianità è necessaria.

Viceversa, lotta al patriarcato significa per noi necessariamente anche lottare contro le galere, la militarizzazione dei territori, e ogni colonizzatore, che si vesta di fucsia o arcobaleno.

Per questo, oggi vogliamo anche ricordare la strage nelle carceri compiuta dallo Stato l’8 marzo di 4 anni fa, archiviata dai tribunali, silenziata dal giornalismo, oscurata dalla politica istituzionale. Vogliamo ricordare nelle strade che in Italia esistono strumenti di tortura come il 41bis. Vogliamo ricordare che l’Italia è a tutti gli effetti alleata nella guerra genocida di Israele verso il popolo palestinese, complice di uno sterminio portato avanti a colpi di droni made in Italy e anche attraverso le carceri israeliane, un mezzo di guerra in cui lx prigionierx subiscono la tortura, gli stupri e le uccisioni da parte dei militari israeliani. L’etichetta di terroriste, infine, mira a screditare le lotte e legittimare sullx prigionierx ogni tipo di eccezione dei cosiddetti diritti umani.

Il prossimo 12 marzo, lo Stato italiano deciderà se estradare verso Israele, su richiesta di quest’ultimo, il prigioniero palestinese Anan, detenuto insieme ad altri prigionieri politici, tra cui i compagni anarchici Zac e Juan, nella sezione As2 di Terni. Allo stesso modo, l’Italia è complice delle torture dello stato ungherese perpetrate nei confronti di Ilaria, militante italiana imprigionata da più di un anno a Budapest in ragione del suo antifascismo, e di ciò che subiscono tutte le altre persone prigioniere nello stato di Orban, in quanto alleato del governo italiano.

Il tempo degli orticelli tranquilli è finito, se non al prezzo alto della nostra libertà. Dobbiamo metterci in gioco, reimparare a pensare che la liberazione è possibile e agire di conseguenza.

Alcunx compagnx femministx anarchicx

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Verso l’8 marzo

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WOMEN IN STRUGGLE – PROIEZIONE DOCUMENTARIO

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Doppietta di iniziative

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Per TUA sola colpa – D.l. Caivano

Pubblichiamo di seguito la mostra sul d.l. Caivano esposta in occasione della quinta Sagra della patata – benefit cassa antirep transfemminista, tenutasi domenica 5 novembre nel quartiere Materdei. La pubblichiamo qui in due verisoni (pannelli e opuscolo), per la libera divulgazione.

Eventuali critiche e osservazioni sono ben accette.

NESSUN MILITARE DA PALERMO A CAIVANO, CONTRO GLI STUPRI CI AUTODIFENDIAMO !

d.l. caivano mostra opuscolo

d.l. caivano mostra poster

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