CONTRO LA PANDEMIA DELLA REPRESSIONE SOLIDALI CON CHI LOTTA

Di seguito volantino distribuito il 13.11.21, duranto il corteo contro la repressione indetto dal comitato dei disoccupati 7 novembre

Contro La Pandemia della Repressione Solidali con chi Lotta

Che cos'è la caccia alle streghe?

A un anno e mezzo dall’inizio dello stato d’emergenza sanitario, a pagare i mali di questa società capitalista e patriarcale sono sempre di più sfruttate e oppresse di questo mondo, istigate dallo Stato ad additarsi l’un l’altra come untrici. Lo Stato e i suoi scienziati vorrebbero far ricadere ogni colpa su chi protesta e si ribella nelle piazze, nei luoghi di lavoro, dentro le gabbie e alle frontiere di questa società, su chi sceglie di non vaccinarsi, su chi si ribella al ricatto del green pass.

A noi invece è molto chiaro chi sono i veri responsabili

La caccia all’untrice e un giudizio moralizzante sull’agire del singolo individuo sono oggi ulteriori strumenti repressivi, oltre ai soliti di natura giudiziaria, che puntano a dividere e spezzare le lotte. Repressione giudiziaria che si è acuita durante l“emergenza”: dagli attacchi a chi ha portato la sua rabbia in piazza o sui luoghi di lavoro, alle operazioni repressive come quella (l’ennesima) antianarchica che negli ultimi giorni ha portato ad arresti e perquisizioni, ancora una volta per l’accusa (oramai di moda nelle procure…) di istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.

In questi tempi non possiamo rassegnarci, ma reagire agli attacchi dello Stato.

Da sempre, Stato e padroni vanno a braccetto nella produzione di un mondo tossico e nocivo. Anche le misure prese in questa pandemia hanno avuto come obiettivo la tutela dei profitti del capitale, non di certo la nostra salute.

Possiamo davvero pensare che l’unica alternativa possibile sia tra l’accettare di essere sfruttatx sul posto di lavoro oppure criminalizzatx quando non partecipi del sistema “legale” di produzione e messa a profitto delle nostre vite?

È molto di più ciò che vogliamo per noi stessx e che ci dobbiamo riprendere.

Durante questa pandemia, quando ad alzare la testa sono statx lx ultimx della società, lo Stato non ha risparmiato i suoi colpi peggiori. Non dimentichiamo che alle rivolte nelle carceri del marzo dell’anno scorso, da Santa Maria Capua Vetere a Modena, la risposta è stata una strage, nella quale 14 persone detenute sono morte, e molte altre sono state massacrate. Mentre lo Stato, come è ovvio, autoassolve se stesso e i propri vertici, su tutta la penisola continua la repressione giudiziaria delle rivolte: di questi giorni è la notizia delle indagini a carico di 70 detenuti per devastazione e saccheggio e altri reati legati alla rivolta nel carcere di Modena.

Non dimentichiamo nemmeno le centinaia di persone migranti che durante la pandemia lo Stato ha ingabbiato e isolato sulle Navi Quarantena, un dispositivo di detenzione che moltiplica e allarga la frontiera. Anche sulle navi quarantena non sono mancate rivolte e proteste, passate sotto silenzio.

Poiché vorremmo un mondo senza galere, né frontiere, non possiamo che esser solidali con loro.

Come persone che il patriarcato vorrebbe piegare e opprimere, ci troviamo quotidianamente a dover lottare per la libertà, la salute e l’autodeterminazione dei nostri corpi. Ci rendiamo bene conto oggi che, in modo sempre più diffuso, scegliere per il proprio corpo è motivo di repressione nel falso nome di una scienza patriarcale che da sempre vuole imporci la sua autorità.

Stato e patriarcato fuori dalle nostre vite

Per l’autodeterminazione e l’autodifesa dei nostri corpi

Solidali con chi alza la testa ed è colpitx dalla repressione

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