Aggiornamenti dal confine fra Polonia e Biellorussia_Nessuna Frontiera

Nell’agosto 2020, Lukashenko è stato rieletto tra le proteste della popolazione. Molte persone dissidenti sono state arrestate*. La Russia ha dato manforte al regime di Lukashenko e alle richieste del leader, che è stato formalmente sanzionato dall’Unione Europea con delle sanzioni economiche. Da un lato ci sono Lukashenko e Putin, e dall’altro un’Unione Europea che sta cambiando vertici. A questo si aggiunge una situazione economica in cui c’è in ballo un nuovo gasdotto che dovrebbe portare il gas dalla Russia in Europa*, un fattore che sbilancia i rapporti tra UE e Russia.
In questo gioco di forze, Lukashenko si sta servendo delle persone migranti per esercitare una pressione sull’Europa. Per questo ha aperto dei voli charter e di linea per chi vuole partire verso l’Europa con visti turistici di pochi giorni, provenendo dal Medio Oriente e dall’Africa Subsahariana. I voli sono diretti o con scali, soprattutto in Turchia ed ex Unione Sovietica. Chi arriva non può tornare indietro, per via degli scali. Una volta arrivatx in Bielorussia, le persone vengono inviate al confine con la Polonia.
Al momento al confine non ci sono organizzazioni internazionali, è vietato avvicinarsi al confine per qualsiasi individuo, media e ONG. Nel momento in cui la gente ha cominciato ad arrivare al confine la Polonia ha chiuso tutto e militarizzato la frontiera. In questo momento sono schierati oltre 20.000 militari. Gli eserciti polacco e bielorusso gestiscono tutto. Il confine è molto lungo e i militari sono concentrati in una zona in particolare di un centinaio di km. La frontiera è un bosco, attraversato da sempre.
La rotta che si è aperta ora è nuova, prima c’erano persone che si muovevano da est a ovest, ora invece le persone arrivano da sud in Bielorussia e da li proseguono verso ovest. Questa rotta è stata creata ad arte per fare pressione sull’Unione Europea. Anche se la rotta viene chiusa perché vengono annullati i visti, la voce di quel canale per passare si diffonde, e le persone continuano ad arrivare.

Di seguito, pubblichiamo uno scritto tradotto ricevuto da alcun* compagn* attiv* sul confine fra Polonia e Biellorussia.

No borders no nations – EMDT

 

Carx amichx,
vi portiamo qui un po’ della storia del territorio attualmente chiamato Polonia.

1. Architettura di una follia

L’autunno polacco è freddo. A metà novembre la prima neve ha coperto la foresta. Ma ora è già inverno.
Se a Settembre passare attraverso fiumi e paludi vicino alla frontiera era pericoloso, ora rendono il tempo davvero poco.
Quando le persone arrivano alla frontiera Bielorussa, sono “orchestrate” da autorità ed esercito. Le minacciano, sparando loro accanto ad esempio, e con la violenza (botte, furti), sono obbligate ad attraversare la rete nel punto loro indicato. A seconda della fortuna, ci potrebbe essere una parte di foresta, campi esposti, fiumi o paludi.
È importante, in quanto unica possibilità, arrivare dall’altro lato.
Se riescono, hanno una possibilità di uscire da questa trappola, sebbene non sia una certezza.
Si devono muovere nel buio, nascostx tra gli alberi. Seguire le strade non è un opzione possibile, in quanto ovviamente, battute dai militari.
In quest’area si trova la tipica foresta europea, la natura selvaggia e densa rende difficile il passaggio.
Chi viene intercettatx dalle forze polacche, viene immediatamente ricacciatx nel lato bielorusso. Anche se ovviamente contrario ai diritti umani e dei rifugiati, questo modo di agire è stato legalizzato dalla normativa polacca, creata appositamente negli ultimi mesi.
Quando le incontriamo, a volte sono in viaggio da una settimana, a volte da un mese e quasi sempre sono statx già respintx più volte. Spesso la loro salute è già molto compromessa, sono scarichx e senza speranza. Ciò nonostante, persistono in questa situazione drammatica.
Noi scherziamo tristemente sul fatto che in un gruppo su due che andiamo ad aiutare c’è qualcunx col diabete. Questo mostra che molti di coloro che decidono di migrare lo fanno per ragioni di salute. Il che rende più difficile per loro adattarsi a situazioni inaspettate.
Molte delle persone che abbiamo incontrato, per raccogliere i soldi per arrivare in Europa hanno fatto grandi sacrifici. Alcuni hanno dovuto vendere gli organi per pagare questo viaggio. Un rene in cambio della possibilità di venire in Europa. Quando queste persone finalmente raggiungono i confini dell’EU, trovano botte, cani, gas lacrimogeni e idranti.
In Polonia più di 20.000 agenti sono stati mobilitati nella zona di confine, contando polizia, soldati e unità di difesa del territorio. Fanno della frontiera una vetrina propagandistica delle loro capacità mostrando la polizia a cavallo e l’uso di droni militari per andare alla ricerca di persone affamate nella palude. Non per portare loro del cibo, contrariamente a quanto dicono a volte.
In questa situazione anche alcunx agenti dello stato crollano e non sopportano l’orrore di rigettare bambinx piccolx oltre il confine, in Bielorussia.
Nonostante il fatto che moltx migranti abbiano perso delle persone amate, subìto torture e stupri, siano statx forzatx a vendere gli organi, non si lasciano scalfire dall’esercito bielorusso e ancora hanno la forza di combattere per la propria dignità.
Queste persone hanno più forza di tutti gli eserciti del mondo, e con loro noi ci opporremo a questo sistema e a tutti i giochi di potere della politica.

2. Un pò di storia, come è cominciato tutto

Data la situazione tesa tra l’UE e la Bielorussia, pochi mesi fa Łukashenko, dittatore bielorusso ha deciso di fare pressione sull’UE inviando migranti oltre il confine. Ha creato artificialmente una massiccia rotta migratoria, attirando in Bielorussia persone interessate, principalmente dal Medio Oriente e talvolta dall’Africa, spesso attraverso la Turchia. Ha cambiato le politiche dei visti per facilitare il viaggio,il numero dei voli è aumentato molto.

Prima i paesi Baltici, poi la Polonia, si sono impegnate nella costruzione di un muro di confine. Gli agenti di Frontex non sono direttamente autorizzati ad agire nel territorio Polacco, ma sappiamo che Frontex collabora con lo stato polacco in questa situazione.

Le persone che cercano una vita migliore devono pagare molto per affrontare il viaggio, viene detto loro che l’arrivo alla destinazione prestabilita (di solito i paesi occidentali Europei, come la Germania) è garantita. Dal momento in cui sono “presi in carico” dalle forze bielorusse, non hanno molte possibilità di scelta. Vengono trasportati al confine polacco (o lituano) e forzati ad attraversarlo. Spesso in quel momento scoprono che c’è qualcosa che non va e che il viaggio non sarà semplice. Sono costantemente sottoposti a informazioni false.

Il 2 settembre la Polonia ha dichiarato lo stato di emergenza in tutti i comuni di frontiera, costituendo una zona interdetta di circa 3 kilometri di profondità dalla frontiera. A parte i militari e la polizia, solo la gente del posto è autorizzata a muoversi lì. I giornalisti non sono ammessi, le ambulanze nemmeno. Dall’inizio di dicembre, poiché non era legale prolungare ulteriormente lo stato di emergenza, il governo polacco ha approvato un nuovo regolamento che mantiene le stesse restrizioni con un nome diverso.

Ora, teoricamente la stampa è autorizzata, ma solo con un permesso speciale, sotto una stretta osservazione e controllo delle autorità. Il divieto dei giornalisti rende più difficile documentare il dramma. Non sappiamo quante persone sono morte, i viaggiatori parlano spesso di corpi che hanno visto. Forse non sapremo mai la verità, perché i corpi spariranno diventando parte della natura, dopo che la neve si sarà sciolta in primavera.

A Novembre i voli si sono fermati, quindi ci sono meno persone che arrivano. Ma ci sono ancora persone nella foresta. Alcune stanno ancora arrivando, in qualche modo.

3. Risposte

L’organizzazione dal basso No Borders Team, che riunisce attivistx anarchicx da tutto il territorio polacco, collabora con tutti gli altri gruppi che forniscono aiuti umanitari.

Alcunx di noi conoscono già il problema delle migrazioni da altre rotte, o da precedenti ondate di migrazioni arrivate in Polonia. Lx rifugiatx non sono mai statx benvenutx dal governo polacco. Alcunx di noi sono attivistx da molto tempo, ma in diverse aree di azione. Ci sono alcune ONG che si riuniscono in Granica Group. C’è un enorme lavoro portato avanti dallx abitanti della zona interdetta. Alcunx all’inizio credevano nella narrazione del governo per cui lx migrantx sono pericolosx, che sono terroristx o zoofilx. Ma quando hanno visto famiglie affamate e infreddolite, non hanno potuto fermare i loro cuori e hanno deciso di portare zuppa, te caldo, vestiti asciutti a quelle persone. Alcunx hanno aperto le loro porte, invitato ile migranti a scaldarsi prima di continuare il viaggio.

In molte città le persone hanno raccolto il materiale necessario al confine, moltx partecipano all’organizzazione [delle staffette], nello smistare le cose e trasportarle verso Est.

Le persone dopo molti giorni nella foresta hanno bisogno di acqua, cibo, vestiti asciutti, materassini, sacchi a pelo. Spesso, e soprattutto sul versante bielorusso, ma non solo, le autorità rompono o rubano loro telefoni, schede SIM, in modo che non possano contattare nessunx. Le power-bank cariche sono di solito nella lista delle prime necessità. Si lotta contro il freddo, soprattutto di notte. Non possono fare grandi fuochi, per non attirare l’attenzione dei militari.
Anche noi dobbiamo essere invisibili.
Hanno anche bisogno di contatto con altri esseri umani che non abuseranno di loro. Spesso, quando andiamo ad aiutare, sono preoccupati che qualcuno possa chiamare le guardie di confine, che significa espulsione immediata.

A volte una zuppa calda e un paio di scarpe significa vita.

Per coloro che sono troppo malatx o troppo deboli per seguire il loro percorso, c’è un’ambulanza autogestita in servizio. Che però non può entrare nella Zona interdetta, quindi in quei casi solo i residenti locali possono far uscire i feriti dalla Zona, in modo che l’ambulanza possa arrivare. Perché non l’ambulanza statale? È successo in alcune occasioni che prima dell’ambulanza statale arrivassero le guardie di frontiera e invece dell’ospedale, quelle persone fossero ributtate nei boschi.
Con la nostra ambulanza amica, almeno siamo sicurx che arriveranno all’ospedale, per quanto tempo, non lo sappiamo.

A volte le persone sono troppo stanche per provare a continuare il viaggio verso ovest e decidono di chiedere asilo in Polonia. Ufficialmente loro dovrebbero stare qui almeno mentre la procedura è in corso. Ma nella maggior parte dei casi, le loro domande finiscono nel cestino. Le Guardie di Confine vengono e a volte anche contro il parere dei medici, portano le persone oltre il confine, in Bielorussia.

Molte persone fanno l’impossibile per aiutare. I medici alla frontiera (Medycy na granicy) verrebbero oltre i loro regolari turni di lavoro, per fare il servizio alla frontiera e poi, tornare al loro lavoro. Lx attivistx rischiano la loro salute e sicurezza, si espongono al sistema. Un immenso sforzo organizzativo tiene tutto insieme.
Attivistx, medici e migranti, non solo affrontano il controllo dei militari e della polizia, l’abbassarsi delle temperature, le tecnologie ostili, ma anche la minaccia dei fascisti, che agiscono sotto la propaganda dei governi. I medici hanno trovato la loro ambulanza con le gomme sgonfie e pochi giorni dopo cinque auto private sono state distrutte a colpi d’ascia. I fascisti fanno anche delle ronde e derubano e picchiano ile migranti che trovano. Le Forze di Difesa del Territorio sono responsabili di almeno due attacchi ad attivistx. Questi sono però casi marginali. Spiacevoli, ma minuscoli, in confronto all’incredibile forza delle persone che resistono a governi ostili, resistono a regole di frontiera ingiuste e disumane, all’oppressione statale, alla geopolitica coloniale, alla manipolazione, alla distorsione, all’odio.

La solidarietà e l’organizzazione dal basso sono la prova che non tutta la speranza è perduta, e che possiamo e che rispondiamo, con i valori umani e azioni umane contro tutta l’insanità e i crimini della politica.

Questa voce è stata pubblicata in Comunicati. Contrassegna il permalink.